GRUPPO DEL CANTINACCIO

Picture of MILIANO FERRAGUTI

MILIANO FERRAGUTI

TRENTINO ALTO ADIGE – COMPRESO TRA PROVINCIA DI TRENTO E BOLZANO

2023 RIFUGIO BERGAMO NEL CUORE DEL CANTINACCIO!

BY EMILIANO FERRAGUTI AMBASSADOR SCI E TREKKING

Nella ricerca difficilissima su di un rifugio capace di ospitarci, dopo tantissimi tentativi a vuoto, le dolomiti sono assediate da youtuber e influencer che scrivono “storie” orripilanti in ogni dove, ho trascinando migliaia di turisti impreparati nei rifugi alpini, il mio occhio cade sul rifugio Bergamo. Ha inizio così l’estiva 2023….

Con immenso piacere il Rifugio Bergamo, dove dormimmo nel 2002, è rimasto uguale, soprattutto nell’approccio con il camminatore di montagna, nessuna caparra, niente di che, il mio nome e la garanzia di avvertire qualche giorno prima se fossimo impossibilitati ad andare….. applausi, davvero sinceri, una perla incastonata nelle pareti del Molignon e del Catinaccio di Antermoia, uno spalto erboso a 2200 m che domina la valle selvaggia che ripida e impervia scende a San Cipriano. Un rifugio d’altri tempi, il tempo che si è fermato a quando la montagna era camminata davvero da chi la voleva camminare, uno stile inconfondibile, sincero, solare, uno spettacolo, per gli occhi e per il cuore.

Alla spedizione, assieme ai soliti noti, Emi, Angelo, Fabio, Riky, si riconfermano dall’anno precedente Bondio, Raffaele, Andrea e con immenso mio piacere abbiamo il grande ritorno di Gewon (presente al Bergamo nel 2002), Zeno suo figlio e Giovanni ( il figlio di Angelo). A questi con grande sorpresa si aggregano Vedo, Alessio e Mec!!!

Insomma, 13 persone, uno spaccato di società che dal più grande al più piccolo cavalca mezzo secolo. Con queste premesse decido che saremmo andati al rifugio percorrendo in quota il sentiero che passando sotto il Sasso Piatto, collega il Col Rodella all’alpe di Tires, per poi salire al Passo Molignon e scendere vertiginosamente al Bergamo.

La domenica risalire la gola del passo principe e poi decidere se raggiungere Vigo di Fassa via Gardeccia, oppure salire al Passo Antermoia e scendere attraverso la Val Duron a Campitello. Ma si sa che tra il dire e il fare c’è di mezzo il meteo, quindi la sveglia del sabato mattina ci presenta un’alba uggiosa, piovosa e fredda (come da previsioni), lasciandoci solamente lo spazio per una razzia di materiale tecnico a Pozza di Fassa! Alle 10, tutto sommato, il tempo si apre, cambiano gli itinerari per poter raggiungere un po’ più in fretta il rifugio e quindi dopo una prima pausa al Rifugio Catinaccio per un primo cicchetto, il primo di una serie lunghissima, si parte!

Immancabilmente in 13 persone si formano gruppetti che nel silenzio di una giornata priva di turisti spaventati dalla pioggia, camminano raccontandosi di tutto, persone che non si conoscono, età ed esperienze differenti, bambini che corrono, un piacere, un vero piacere per chi ha voluto o potuto esserci. In poco meno di 40 minuti il primo obbiettivo è raggiunto, il Rifugio Gardeccia ci regala un’altra birra prima di ripartire. La salita al Waiolet si fa molto dura e non senza qualche intoppo, avrei dovuto stare dietro e non salire in testa al gruppo, tutti sono alla seconda metà di giornata. Birra, tè, coca cola, torte e si riparte infreddoliti da temperature novembrine tra tante risate a mano dei più piccoli, anche l’impegnativo passo principe è raggiunto!

La pausa pranzo ci regala uno spaccato di quello che sarà poi la serata disinvolta ed euforica che verrà! E appena in tempo che i bambini fossero ripresi dal proprietario, gran personaggio, dobbiamo rimetterci in cammino, la discesa nella gola tra Passo Principe e Molignon è impervia e lunga e soprattutto la voglia di arrivare alla meta finale di giornata è tanta. Così tra una risata e l’altra siamo, qualcuno, io, con le ossa rotte, a destinazione.

Mi sarà difficile esprimere l’emozione e ciò che ho provato in quelle ore di permanenza al rifugio, un mix di sentimenti nostalgici che correvano lungo quelle pareti e muri, con il sapore della leggerezza di chi li c’è è vuole vivere in condivisione quel tempo fantastico….. Mi limiterò a dire che ho visto bambini giocare, grappe e vino volare, chitarre suonare e gente cantare, tedeschi americani, romani ecc.., tutti li, allegri, estasiati per quello spazio tempo che stavamo vivendo.

Ho sentito raccontare che nel capannone di fianco al rifugio il tramonto e il panorama fosse più bello, ho sentito dire da chi c’è stato che da lì si potevano vedere gli abitanti del regno di Laurino ballare, cannoni con fiori sparare….. chissà, chissà “in tal Capanon” , chissà…… Ho visto una camerata di 13 fratelli di montagna ridere e scherzare, coprirsi per non congelare e poi quando anche gli ultimi irriducibili hanno sorseggiato l’ultima grappa, a breve l’alba arrivare….. Il risveglio freddo ci offre una colazione con uova strapazzate e pane burro e marmellata e dopo l’immancabile foto di gruppo con la proprietaria del rifugio siamo pronti per partire. No, non si parte, alt, la proprietaria vuole una foto ricordo con lui, Bondio….. chissà, chissà, forse sarà salita al Capanon?

A parte gli scherzi ovvi di un momento così simpatico e felice, ci si incammina per il passo principe a ritroso del giorno precedente. In poco più di un ora siamo in rifugio a prendere un tè caldo, il sole non scalda un’aria che segna qualche grado sopra zero, qualcuno ha pure la malsana idea di domandare un bombardino a quelle quote……si sa, quelle cose orribili si bevono a quote basse! La salita al Passo Antermoia, 2770 metri vola via tra panorami mozzafiato e in poco più di un’ora siamo al famoso Rifugio Antermoia!

La fatica inizia a sentirsi sulle gambe, e così deve essere in montagna, sudore e fatica rendono più belle le conquiste, le cime, i panorami. La discesa vertiginosa alla Val Duron sarà dura e metterà in seria difficoltà me, malconcio dal giorno precedente, Riki con scarponcini nuove quindi male ai piedi e Angelo che ovviamente ha dimenticato i bastoncini a casa….. Ma si scende e non prima di prendere 10 minuti di pioggia gelata, siamo in rifugio tutti insieme a mangiare.

La mia discesa è malinconica a Campitello, è lo è ancora di più ai saluti, ci si divide, chi torna a casa e chi rimane a funghi, il trekking 2023 è finito, è stato stupendo, sinceramente sono orgoglioso di tutto e tutti, belle persone, che per 2 giorni hanno vissuto 1 tappa della storia più che ventennale delle estive dolomitiche!

Grazie a tutti ragazzi!!!!!!Due parole prima di chiudere le devo spendere per i nuovi integrato perfettamente e per i bambini, fantastici, vederli camminare, ridere, giocare tra quei monti e i grandi, ricordi indelebili che certamente rimarranno impressi nelle loro menti! Dimenticavo, o forse no, l’ultima parola per Mec, 69 anni e non sentirli, sempre di buon umore, positivo, e soprattutto in gamba, non era proprio una passeggiata!!!!! Alla prossima ragazzi.